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mercoledì 27 ottobre 2010

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Ho sentito l’eco dei miei passi spegnersi come una fiamma nel vento.

Ho sentito il battito del mio cuore accelerarsi e le mie paure affogarmi.
Attacchi di panico. Credevo fossero solo un ricordo, ma oggi ho avuto un altro attacco.

Mi sembra di sprofondare, soffoco e faccio fatica a respirare.

Paura di ogni frammento di pensiero, di ogni progetto sul futuro e delle immagini che proietto nella mia mente. Oggi ho avuto davvero paura di non farcela.

>seconda stella a destra

Un po' troppo sognatrice.

Coi piedi su paffute nuvole bianche.

Sotto braccio un libro.

Al collo una lunga collana di perle marroni.

Al polso sei braccialetti, sei ricordi, tre persone.

Bag in pelle.

Cammina veloce, sognante/pensante/sorridente.

E aspetto alla mia finestra.

Adoro gli attimi di tranquillità.

Quelli ricavati a fatica da giornate insaziabili,

troppo brevi per portare a termine ogni obiettivo.

Ho voglia di vedere il mare.

Il mare d'inverno è stupendo.

>e poi dritto fino al mattino

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Mi accendo una sigaretta per dimenticare.
Fumo; Mi rilasso;
Inizio a viaggiare con la mente;
Ad allontanarmi da questa realtà.
Il fumo dissolve i problemi che in un attimo ti assalgono; Ti fai un tiro lungo e già stai meglio oppure inizi ad accendere e spegnere in continuazione le sigarette del tuo misero pacchetto.
Ancora una sigaretta;
Ancora una per far dissolvere tutta la rabbia e i problemi.

Parole-

"Occhi bassi, quando cammini Dentro ai piedi che tesoro hai? Occhi bassi, dritto in faccia non mi guardi mai E hai pianto per un film E hai chiuso da poco Con chi non t’ha capita e forse non ti capirà mai Occhi bassi, dritto in faccia non mi guardi mai Occhi bassi, pelle di neve Dentro ai piedi che tesoro hai? Occhi bassi, dritto in faccia non mi guardi mai"

(Tre Allegri Ragazzi Morti)

"Ti sembrerò nostalgica metereopatica quanto basta Comprendere che sono un pezzo di marmo la noia devasta la volontà di cambiare Dovrei rivalutare tutto dal principio trovare la forza e l'audacia per farlo so già che per un momento sarà pieno inverno Ti sembrerò un'emerita idiota facili entusiasmi improvvisi avvilimenti Domandami ancora una volta se piango se ogni equilibrio si è rotto nuovamente Sento che non ho un sostegno sicuro forse prima o poi perderò l'amore per le piccole cose l'odore di un novembre che muore"

(Carmen Consoli)

"E la vita continua anche senza di noi che siamo lontano ormai da tutte quelle situazioni che ci univano da tutte quelle piccole emozioni che bastavano da tutte quelle situazioni che non tornano mai!"

(Vasco Rossi)

"Non piangere per me se mi avessi amato saresti qui con me Deve essere spossante perdere al tuo stesso gioco egoisticamente odiato non meravigliarti se sei stanco non puoi giocare a far la vittima questa volta Come ho potuto bruciare il paradiso? Come ho potuto? non sei mai stato mio quindi non piangere per me Se mi avessi amato saresti qui con me non mentirmi, prendi le tue cose io ho recuperato la tua mente"

"(Evanescence)

"Posa la penna, piega il foglio, lo infila in una busta. Si alza, prende dal suo baule una scatola di mogano, solleva il coperchio, ci lascia cadere dentro la lettera, aperta e senza indirizzo. Nella scatola ci sono centinaia di buste uguali. Aperte e senza indirizzo. Ha 38 anni, Bartleboom. Lui pensa che da qualche parte, nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. Ogni tanto si rammarica che il destino si ostini a farlo attendere con tanta indelicata tenacia, ma col tempo ha imparato a considerare la cosa con grande serenità. Quasi ogni giorno, ormai da anni, prende la penna in mano e scrive. Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. E a chi, se non a lei? Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle -Ti aspettavo. Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni -i giorni, gli istanti- che quell'uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato. O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell'uomo -Tu sei matto. E per sempre lo amerà."

(Esco a fare due passi)

"Perché poi la sera, quando tornavo a casa, avevo voglia di stare con una persona che mi avesse scelto. Volevo essere SCEL-TO! Volevo una persona che voleva me. Una persona per la quale io non potevo essere sostituito da un giorno con l'altro. Una persona che mi facesse sentire speciale. Diverso da tutti. Un individuo. Una persona. Un principe azzurro"

(E' una vita che ti aspetto)