lunedì 1 novembre 2010

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Stiamo diventando due estranei. Indossiamo la stessa maschera che sfoggia la stessa espressione di circostanza che convince tutti tranne noi due. Fa un pò male la sera quando ci pensi, vero? Quanto mi senti distante? I tuoi "ti voglio bene" mi scivolano addosso come acqua, ormai. Non lasciano più il segno. A braccia conserte attendo pazientemente un segno. Una conferma. La nostra storia è finita, non è forse così? La tua voce al telefono non mi fa più venire i brividi e non tremo ogni qual volta ti avvicini. La mia bocca pronuncia freddamente sterili parole d'amore che ormai convincono solo te. A chi la voglio dare a bere. Quando la notte riesci a dormire anche senza la sua buonanotte allora è proprio grave. Mi sento piccola piccola e al contempo forte forte. Chiusa nella mia corazza di gravità mista a triste consapevolezza. Ma di fronte a te non abbasso gli occhi, no. Quando mi chiami "piccola" o "tesoro" o "amore", non arrossisco come una volta. Non corro emozionata da te quando ti vedo. Non attendo con instancabile ansia e quel solito tremolio nelle ginocchia i momenti in cui ti incontrerò. Niente nausea. Sterile. Perchè quando parli non pendo più dalle tue labbra? Perchè al risveglio non rimpiango di non averti al mio fianco? D'un tratto la tua presenza conta pari o meno della tua assenza. Perderti non risulta più così doloroso. Chissà quanto brucia la mia indifferenza, amore. Non avrei mai voluto farti del male. Questa maschera non mi dona, non è vero? Non vorrei mai vedere le tue lacrime. In fondo, ho vissuto al tuo fianco per un tratto del tuo cammino. I nostri sentieri si erano incrociati, come le nostre mani. Quanto ti ero legata. Quanto peso davo ai tuoi passi all'unisono coi miei. Perchè ora è tutto cambiato? Perchè non hai saputo tenermi con te? Non sei stato capace di raggiungermi il cuore. Hai abbandonato la corsa a pochi secondi dalla fine. Hai cercato il cartello "Exit", incpnsapevole che avresti vinto. Mi avresti tenuta nel palmo di una mano. Per sempre. Non capisco cosa sia successo. So solo che ora siamo come due sconosciuti, affaticati dal cammino. Anche seduti sulla stessa panchina, sempre indossando quella maschera che ci rende inespressivi, cercando riposo e conforto non riusciamo a trovarlo in noi due. Seduti sugli estremi opposti, in silenzio, ringraziando la maschera che permette di insinuare quel crescente disagio e imbarazzo. Gambe accavallate. Non ci avviciniamo più. Oh, no, non ci avviciniamo più.
Perchè non hai saputo tenermi con te?