martedì 1 novembre 2011

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La logica dell'istinto è disubbidire e porta a sfilarsi una curiosità come un maglione,per vestirsi di gioia.
E' arrivato in un soffio e ancora non è andato via..un salto nel vuoto con per paracadute un manto di stelle.
Sono stata ferma troppi giri nel calendario delle attese, ma il tempo di ieri non è andato perso..
Confusa e mai straniera, passa in me, in punta di piedi l'urgenza di un bacio e accende nuovi giorni.
Scrivo molto più con gli occhi che non con le mani.
Un sole vestito di rosso evidenzia il desiderio e una curiosità silenziosa dentro e fuori la pelle
potrei correre a piedi scalzi sui miei stessi inciampi per ritrovarci clandestini nel presente.
Brividi intensi come certi temporali estivi racchiusi dentro la notte.
In quest'andare di vizi è di nuovo mio il cielo che si colora di meraviglia.
Nulla di stabilito. Dopo una nicchia di giorni, una gru ha rimosso le vecchie inutile emozioni
e ora proietto come su un fuoco che non riesco a domare
pronta a vivere tutto quel nuovo che ancora non mi appartiene.
Oggi non piange neanche il salice..
Mi ritrovo alla fine di un pensiero,seduta in disparte,di spalle,aggrappata al solito muro che crolla
in cerca di un equilibrio..
cado come certe stelle in agosto senza sapere dove atterrerò.
"Nessuno ti regala niente. Te lo devi prendere"
In bilico tra la donna che dorme e la bambina che sogna mi sveglia la luce intermittente d'un ricordo
ma è un sole ormeggiato tra le nuvole e la prospettiva degli occhi, evidenzia la parte di un improbabile "arrivederci"
Se la vera finzione è di chi non finge imparerò a guardarmi cercando solo di riconoscermi..
Vorrei sentirmi mancare il respiro per l'attesa che si fa vicinanza e impaziente,truccarmi mentre la matita degli occhi
cerca di scrivere un altro sguardo.
A dispetto dei discorsi c'è sempre un'ombra disubbidiente che si ribella.
Tre me e te,il dubbio e la certezza si fanno argine per rumori fuori posto che racchiudono tutto quello che sai
e che non ti ho mai detto.
Di noi è altro e quasi più non ci riguarda.
Sentisse come piove in me, ma ora voglio solo vivere indisturbata dai giorni senza memoria.
Certe decisioni sono come treni che non regalano nemmeno lo spazio d'un addio.
Sono arrivate le ruspe a portare via detriti togliendo le cose inutili dalle pareti del cuore senza urgenza di pianto.
S'avvicina il risveglio..
In questo tempo senza senso cigolano anche le stelle, guardo al di là delle cose
e passo notti insonni a caccia di un motivo; sono acuti senza voce tutti i minuti che conto. Ancora aspetto.
Il rumore dell'attesa rimane a scandire le ore; è il mio tempo migliore perchè è il tempo che ha futuro,
respiro un'aria nuova,non viziata,curiosa,in attesa di un treno pronto per partire verso ogni direzione che non sia mai certezza.
Ogni volta che m'incrocio allo specchio lo sguardo non indietreggia in un silenzio,ogni giorno più feroce..
La lucidità di quello che è perso evidenzia strati di polvere
ma è solo un pensiero disfatto ed io sono una ballerina che rimane sulle proprie punte,con un cuore fragile in mano.
Nascono sempre dall'inverno le primavere,dopo quel prima in cui tutto era inutile.
Il punto di inizio e di non ritorno,forse.
Reduce dagli esercizi di obbedienza,mi sono ritrovata in tutte le mie fragilità perdendo miliardi di lacrime
e non un etto d'orgoglio oltre la leggerezza.. barcollo nelle cose che succedono,ma è un attimo magico inafferrabile come il vento
resto perfettamente sincronizzata su quello che voglio..
Dietro il sipario del divenire l'odore del tempo che passa sul pianerottolo del mio domani
rimane l'alone di un nuovo fresco giorno di festa e nuovi venti a trasportare le antiche foglie;invecchiando mi amo di più..
E' una serranda che si apre, arriva senza preavviso e senza aggiungere altro soffia e sposta le nuvole..
sento sotto ai piedi l'ebbrezza che dà..e divento un campo fiorito.
Alla ricerca del solito dove raccolgo tutti i miei vezzi sparsi e li indosso come i più preziosi gioielli..
La vanità è l'odore inebriante di un giorno di pioggia.
Mi abita clandestino un peccato vestito di bianco,ho voglia di un tempo felice in cui non piange nemmeno il salice.
Capelli tirati indietro come la coda di un cavallo da corsa,resto nascosta all'ombra di sentimenti opalescenti e multi sfaccettati
impalpabile come zucchero a velo. Ruggisce il cuore appannandosi; quanta fatica non avere nemmeno una virgola come appiglio.
ll tempo è solo un alibi che fa crescere la pazienza al posto del dente del giudizio.
Non una risposta rimane fra le mani;
Con gli occhi chiusi, trattenendo il respiro e contando velocemente le lacrime, se ci sono.. sono dentro, trattenute.
Fresco profumo di inverno…Sete di equilibri incerti, fame di sicurezze dai colori accesi.
Indosso le apparenze e poi, via..cado, per caso, su parole sbagliate.
Il turbamento della gelosia sbolle lentamente.. Si perde nei sentieri degli occhi.
I vetri si appanneranno, forse anche le idee e le scelte intraprese.
E’ solo nei gesti di ogni giorno, in quelli improvvisi, ma consueti, che mi riconosco…
distante quanto un tuono dal lampo
uno sguardo morbido e accogliente risuona in una tasca vuota
mentre una matita rossa porpora scende dal volto sulla carta,,
Voglia di andare dove nulla torna.
Il cuore ha la libertà d'essere schiavo solo di se stesso.
A forza di strappare pagine scappano fra uno strappo e l'altro, parole a perdere
e resto impigliata alla ragnatela di discorsi già fatti.
Negli occhi la ricerca e l’imprevisto senza fine
Ancora mi assalgono il cuore le incertezze che abito..
tra carezze ruvide generate dagli sbagli.. sto recitando la sopravvivenza.
Avrei voluto cadere in altro modo, in altro dove..
Distillo invece altre lunghe notti senza stelle
Sono sempre lì regina senza regno e senza più voce,
in bilico tra qualcosa ch'è stato e che non sarà altro.
è forse ora di chiedersi il perchè ho imparato ad ubbidire all’abitudine,
ma insisto nel lasciarmi catturare dalle ombre
La verità è un silenzio sulle labbra, che urla dentro.
La distanza è una schiena ed io rispondo a salve ai dubbi per non scivolare senza perché.
Riecheggia nel domani il cigolìo di una porta che non si chiude.
Per imperseguibile sfinimento abbandono un bagaglio inutile con cui continuare a viaggiare sarebbe scomodo.
Anche la corda non trattiene.
Nulla a che vedere col sogno di questa notte, restano due ombre appese agli occhi..
è di nuovo mio il tempo che attende e mi consuma come un tacco sull'asfalto.
L'altalena è ferma.
Con lo sguardo perso nell'ieri ho costruito una barriera di nebbia..
che questa tristezza è solo vento che passa, attraversa e fugge.
In quest'ottobre verità e menzogna si dondolano morbide sui fianchi,
un cerchio alla testa che non è un'areola
e l'ombra di un sorriso, intenso e breve come la ragione, quasi mi rende bella.
Nessun rumore disturbi i miei sogni.
Si scrivono da soli questi giorni
in bianco e nero il sapore che arriva dalla pioggia
e in un dove che non so il passo frettoloso di chi non conosce la meta.
Certe ombre si vedono anche al buio, ma io ritrovo il sole mentre qui ancora piove.
Un respiro profondo. Cuore e fiato. Insieme.
Ci sono venti a cui è difficile sottrarsi, ma con la grazia tenace di un rampicante
reggo in equilibrio sul dito innumerevoli occasioni.
Sgomitando. Intelletto e cuore. Uno alla volta.
Consuetudini. Un cenno che non riempiono i silenzi.. certe attese neanche troppo distanti…
Cercami lì. Nell'andare e nel venire.
Perchè tutto succeda d’improvviso inconsapevolmente.
Ogni volta disfare e poi rifare..
ma la fiamma traballa ormai da troppo ed io mi annoio
lascio andare le lacrime e ricomincio con vanga e rastrello.
La vita richiede presenza,ma sono le assenze quelle che non mancano mai.
Ci ho pensato su a lungo, senza rendermi conto che ci stavo pensando
e oggi ho ancora la stessa domanda arrotolata attorno al collo..
forse non devo cercare l’ordine ma amare il caos perchè alla fine non si scivola quasi mai, in salita.
Sto così: senza soffrire, senza capire
sulla mia fronte c’è scritto “Do not disturb”
perchè i pensieri tagliano come falci e la verità è polvere in controluce.
Il cuore rulla come un tamburo, l'emozione disobbedisce, si fa scoprire e gli occhi cominciano a brillare..
Ci sono baci che fanno bruciare le labbra per giorni e abbracci che i chilometri non riescono a separare
e forse non servono le parole…
Barcollo nella discontinuità delle mie aspettative..mi serve stare a vedere,
ma anche fare succedere le cose.
Una canzone sentita e risentita… si cresce e si guarda con più malizia
fa freddo fuori e anche dentro e ci sono le incomprensioni
perché nella fretta di certe situazioni sfuggono i pensieri e le parole..
è facile scaricare e incolpare e sbraitare e non ragionare ...e poi... e poi...
poi le strade si dividono e il retrogusto è amaro e sgradevole
ma certi cambiamenti avvengono quando qualcosa la senti sbagliata..
La pazienza dell'Amore, non è pazienza,è' Amore.